Lettera da uno sconosciuto

di Giuseppe Rudilosso


Questa lettera, qui sotto riportata integralmente, è stata ricevuta da mia madre durante la seconda guerra mondiale. La lettera, scritta a Pordenone, porta la data 8 settembre 1942.

La lettera è firmata, ma ho deciso di riportare solo la prima lettera del cognome.

Ho deciso di inserirla nel mio libro per riportare bisogni e sentimenti di un soldato al fronte, tra speranze e necessità di rapporti umani per sopportare meglio momenti terribili e tragici come quelli che si dovevano affrontare durante una guerra.


PN 08 sett 1942

 

Gentilissima Signorina,

questa lettera di provenienza ignota, scritta da uno sconosciuto Vi darà sul primo un senso di timore e di diffidenza e sarete tentata di stracciarla prima di leggerla tutta, ma spero che il vostro buon cuore avrà ragione di questo sentimento e vorrete ascoltare le parole che vorrà rivolgervi un soldato che si trova lontano da tutti, chiamato dal dovere supremo di servire la Patria.

Mi permetto di credere che non sarà la prima del genere che avrete ricevuta, molti soldati che hanno avuto la fortuna e la gioia di avervi conosciuta nella vita civile, chiamati dalla Patria sui più lontani fronti di guerra si saranno ricordati di voi ed avranno desiderato ricevere una vostra buona parola che li confortasse nei loro momenti più tristi.

Io non ho avuto la gioia di conoscervi di persona, ma ho sentito parlare di voi con simpatia ed è così che è nato in me il desiderio di eleggervi come amica.

Spero che vorrete concedermi il dono della vostra amicizia: diventerete così una piccola fata benefica, una dolce madonna lontana che dispensa al soldato la grazia di una sua parola e di un suo sorriso.

Voi donne potete così contribuire alla vittoria come tutti coloro che hanno donato alla patria tutto il loro essere, col vostro sorriso, con una vostra buona parola, potete rialzare il morale del soldato stanco e rinfrancarlo.

E’ un po’ merito vostro se il soldato spesso fa stupire le popolazioni dei territori che hanno visto la vittoria delle nostre armi, siete voi a darci la baldanza giovanile ed empirci la bocca ed il cuore di canti e di gioia.

E’ nel ricordo di una di voi che ogni soldato canta e ride attraversando città e villaggi che ci vedono vincitori. E’ in questi momenti che nasce, a chi non ha nessuno, un desiderio strano di cercarsi una piccola fata che gli possa donare il sorriso come a tutti gli altri.

Ma certamente, prima di accettarmi come amico, vorrete sapere qualcosa sul mio conto, ed è giusto.

Per il momento vi dico che sono uno della vostra provincia, che ha studiato nella vostra città per brevissimo tempo. Ho ventun anni e sono bruno.

Ma più ampi particolari ve li darò quando mi avrete accordata la vostra amicizia.

Spero che anche se vi sarà impossibile di diventarmi amica, per motivi vostri personali, sarete tanto gentile da inviarmi almeno una semplice illustrata, di avvisarmi insomma e non farmi stare in attesa.

Con i sensi della mia simpatia, vi saluto distintamente.

Angelo F.